Cari amici,
come preannunciato nel corso dell’ultima assemblea del Collegio vi scrivo per spiegarvi in dettaglio il progetto “linee guida SIC” così che possiate darmi il vostro contributo sia in termini di proposte che di adesione.
L’idea base è quella di proporre LINEE GUIDA CHIRURGICHE (per la chirurgia di elezione), cioè linee di indirizzo, che suggeriscano/propongano aspetti tecnici legati all’esecuzione degli interventi chirurgici. La competenza di SIC in questo campo mi sembra chiara. Inoltre, spero, che questa impostazione possa evitare “competizioni” con altre linee guida di altre Società di settore come quelle Oncologiche o Gastroenterologiche.
Come già presentato in assemblea sarà nostro compito fare si che le linee guida, prodotte con metodo scientifico (e quindi corredate da livelli di evidenza), siano poi interpretate e commentate in modo tale da non risultare di ostacolo alla pratica clinica. In altri termini, noi tutti sappiamo quanto la chirurgia sia “paziente specifica”. Credo sia importante cercare di standardizzare il nostro agire (ciò ci fornirà anche metriche oggettive per valutare varie performance, incluse quelle didattiche), ma non dobbiamo fare si che le linee guida si trasformino in vincoli eccessivi. Sono certo che riusciremo in questo difficile compito. Peraltro, credo, che a livello mondiale non esistano linee guida chirurgiche. Quindi pubblicarle noi per primi, sulla nostra rivista (Updates in Surgery), spero potrà contribuire al già grande prestigio internazionale della chirurgia Italiana.
Sul piano operativo la mia proposta prevede:
- Di dividere la chirurgia generale in settori (vedete sotto)
- Di individuare per ogni settore un coordinatore (vedete sotto)
- Di indentificare per ogni settore un comitato organizzatore delle linee guida (vedete sotto)
- Di individuare per ogni settore un gruppo di revisori della letteratura (vedete sotto)
Settori della chirurgia da portare a consenso*
- Chirurgia tiroidea
- Chirurgia paratiroidea
- Chirurgia esofagea
- Chirurgia gastrica
- Chirurgia del pancreas
- Chirurgia delle vie biliari
- Chirurgia del fegato
- Chirurgia del surrene
- Chirurgia della milza
- Chirurgia del colon
- Chirurgia del retto
- Proctologia
- Chirurgia bariatrica
- Senologia
- Chirurgia di parete
È chiaro che in alcuni settori vi sarà necessità di creare dei sottocapitoli relativi ai singoli tipi di intervento.
Selezione dei partecipanti (coordinatore, comitato organizzatore, revisori della letteratura)
Per ognuno dei settori identificati si dovrebbero definire un coordinatore, un comitato organizzatore (6-8 persone), ed un gruppo di revisori della letteratura. Nel comitato organizzatore aggiungerei la partecipazione “qualificata” di esperti stranieri, anche per dare alle linee guida un respiro internazionale fino dalla definizione delle tematiche e dei quesiti. Le revisioni sistematiche della letteratura, alla base del consenso, dovranno essere registrate sul database Prospero. Per ogni argomento si dovrebbe creare un gruppo di consenso che, auspicabilmente, dovrebbe essere costituito da persone qualificate proporrei di riferirci al PNE ed invitare i rappresentanti di tutti i centri che risultano nei primi 100 in Italia. Condizione per poter partecipare al consenso è, ovviamente essere socio SIC attivo. Il consenso finale avverrà con il metodo Delphi, attraverso alcuni round online e poi, auspicabilmente, con una sessione finale in presenza ad un congresso SIC (cosa che, spero, potrà ulteriormente arricchire il congresso SIC).
Chi è coordinatore di un gruppo, non può essere coordinatore anche di un altro gruppo. Al massimo ciascuno potrà partecipare a due comitati organizzatori.
Argomenti da portare a consenso
È chiaro che ogni comitato organizzatore dovrà definire le proprie domande (esistendo tematiche diverse per ogni settore). Credo però che dovremmo fornire uno schema generale, che i comitati organizzatori “riempiranno” con le domande specifiche. Questo avrebbe lo scopo di rendere omogeneo lo schema generale di redazione delle linee guida.
Esempio di schema di argomenti da portare a consenso
- Volumi: volumi minimi per Ospedale, volumi minimi per UO, volumi minimi per chirurgo.
- Preparazione alla chirurgia: Standard di valutazione, percorsi di preabilitazione
- Tecniche chirurgiche (quando): chirurgia open, chirurgia laparoscopica, chirurgia robotica
- Tecniche chirurgiche (come): tecnica chirurgia open, tecnica chirurgia laparoscopica, tecnica chirurgia robotica.
- Fase post- operatoria: profilassi, nutrizione, ERAS, etc.
Io devo riferire dell’avanzamento dei lavori al prossimo CD SIC in programma fra circa 20 giorni. Ovviamente saranno coinvolti anche Colleghi Ospedalieri (che dovrò contattare nel frattempo). Vi sarò quindi grato se potrete farmi pervenire le vostre proposte al più presto.
Un caro saluto a tutti.
Ugo
54 commenti
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Caro Ugo,
mi sembra un bel progetto.
poiché però non ero presente all’assemblea pongo una domanda: le linee guida sono concepite nell’ottica di fornire un bench-mark per la legge Gelli? Se così fosse la progettualità dovrebbe tenere conto di questo non banale aspetto, nell’interesse di tutti.
Un caro saluto a tutti
Massimo
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Caro Massimo,
l’intento non è quello di fornire un documento utilizzabile per la Legge Gelli, quanto uno strumento tecnico per i chirurghi (che potrebbe avere anche risvolti didattici per il training degli specializzandi e dei Colleghi junior, standardizzando le tecniche e dividendole in steps). Tuttavia, come per ogni linea guida, è dietro l’angolo la possibilità dell’uso in sede di controversia. Quindi lo spirito dovrà essere quello di fornire linee di indirizzo (e certamente non regole ferree) sottolineando i margini di variabilità intrinseci della pratica chirurgica. Credo che in questo ci verranno incontro anche i livelli di evidenza, che per quasi ogni argomento saranno piuttosto bassi. Infine, visto che l’evoluzione naturale dovrebbe essere quella di pubblicare le linee guida su Updates in Surgery (magari in un numero dedicato) io penso che ci dovrebbe essere un Editoriale di introduzione che evidenzi ulteriormente questi aspetti. In ogni caso l’aspetto della “doppia lama” va tenuto molto presente durante la realizzazione di questo lavoro ed è un rischio potenziale.
Caro Prof. Bellantone,
la ringrazio del commento. Qualsiasi materiale disponibile sarà utilizzato per la redazione delle linee guida SIC. La sarò grato se potrà fornirmi gli estremi dei documenti del Consiglio Superiore di Sanità che temo potrebbero sfuggire alle revisioni della letteratura. L’esistenza di documenti come quelli che lei menziona non credo che dovrebbe diminuire la nostra motivazione a redigere delle linee guida SIC perché queste saranno basate, come indispensabile, su un ampio consenso che sarà chiesto a tutta la comunità chirurgica Italiana. Come già dicevo spero che il lavoro necessario per queste linee guida possa anche rappresentare un momento di aggregazione intorno a SIC e di valorizzazione della Società. Inoltre, visto che potranno partecipare alle votazioni tutti i chirurghi Italiani (purché soci SIC) sarà una primo, timido, tentativo di autogoverno della chirurgia (da parte dei chirurghi e non dei burocrati/amministratori) che ben si sposa nel concetto di “Italian College of Surgery”, che penso nella sostanza sia a tutti caro. Infatti l’ACS, come sa bene, fornisce (e non riceve) le “regolamentazioni” della pratica chirurgica in USA. Forse la redazione di queste linee guida potrebbe essere un primo, piccolissimo, passo in questa direzione.
Attendo con entusiasmo il suo prezioso contributo.
Ugo
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Caro Ugo sono perfettamente d’accordo con te. Delle linee guida basate su evidenze scientifiche condivise possono rappresentare un modello di comportamento ovviamente non vincolante perchè ogni intervento che come sappiamo, deve essere cucito sul paziente che si deve operare, ma sicuramente può rappresentare un punto di vista ragionevolmente uniforme che permette ad ognuno di noi di confrntarsi con ciò che i più considerano corretto in quella situazione o in una situazione comparabile. La scienza medica cammina e noi dobbiamo stare al passo e certi concetti che poco tempo fa sembravano incrollabili, sono stati smentiti da esperienze innovative con cui dobbiamo per forza fare i conti. Le linee guida aggiornate nel tempo da esperti possono essere utili anche nei confronti di problemi di tipo legale (legge Gelli), sempre che i gruppi di lavoro siano composti da colleghi seri, preparati, disponibili al confronto nel tempo e cambiati obbligatoriamente, senza possibilità di rielezione almeno ogni tre anni per evitare posizioni acquisite, pescando da esperti riconosciuti su parametri di casistica e pubblicazioni. Grazie molte per il suggeriemtno. Cordiali saluti ai colleghi. Giorgio Gerunda
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Caro Ugo ,
ho già positivamente commentato la tua proposta in sede assembleare, occasione nel corso della quale abbiamo chiarito il particolarissimo ambito cui si debbano logicamente rivolgere “Linee Guida Chirurgiche”. Allo scopo di stimolare la massima partecipazione di tutti i membri del Collegio e di trarre il massimo vantaggio dalla rappresentatività e dalla expertise di ciascuno (evitando contrapposizioni o sovrapposizioni) suggerirei di selezionare i gruppi di lavoro adottando il criterio dei volumi per intervento -così come appaiono nel PNE- e la produzione scientifica sul tema.
Ciò detto, sottopongo a te ed ai Colleghi la mia candidatura per le tematiche riguardanti la chirurgia gastrica.
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Caro Prof. Altomare,
il rischio di “sovrapposizioni” esiste. Tuttavia penso che: 1. SIC non possa non avere “sue linee guida” e 2. focalizzarsi sugli aspetti chirurgici (cioè quelli a valle di indicazioni, protocolli multidisciplinari, etc.) diminuisca il margine di sovrapposizione e ci porti a muoverci in un campo di principale competenza SIC.
Grazie del commento.
Ugo Boggi
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Caro Ugo, posso con certezza dirti che la SICOb, del cui consiglio direttivo faccio parte, ha aggiornato con grande scrupolo le linee guida nel 2015; peraltro aggiungo che stiamo partendo con una nuova revisione. Credo sia auspicabile che la SIC, pur esercitando ogni forma di verifica, ma nell’ottica di evitare sovrapposizioni e potenziali fraintendimenti, ove possibile faccia sue le linee guida che molte società scientifiche propongono e aggiornano con regolarità.
Un saluto cordiale
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Cari colleghi penso sia opportuno mettere a disposizione della costruenda commissione SIC tutte le delibere di associazioni chirurgiche in merito a le linee guida già in uso. La commissione se concordate le farà proprie o le modifichera’ in base a valutazioni condivise. Cordialmente. Giorgio Gerunda
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Caro Ugo e carissimi tutti,
condivido molto la proposta che una società prestigiosa che raccoglie tutti i chirurghi Italiani abbia la possibilità di esprimersi con delle linee guida di specifica competenza.
In particolare per quanto riguarda il trattamento del tumore della mammella, di cui mi occupo ormai da parecchi anni, non possiamo essere da meno dei colleghi oncologi, radiologi e patologi che hanno da sempre definito le loro linee guida.
Mi permetto solo di aggiungere alcune idee se vi sembrano opportune:
Il coordinamento del gruppo di lavoro forse dovrebbe essere individuato in due figure, uno Universitario e uno Ospedaliero come ormai è in uso nella SIC
per quanto riguarda la Senologia mi sembra opportuno che i coordinatori e i componenti del comitato siano chirurghi dedicati che fanno parte della Breast Unit, meglio se sono anche Responsabile/Coordinatore/Direttore della Breast Unit.Naturalmente sono a disposizione per dare il mio contributo in merito al Tumore della mammella.
Un caro saluto a tutti
Vittorio Altomare
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Caro Mario,
ti ringrazio per i preziosi suggerimenti. Sono fiducioso che i margini di sovrapposizione con altre linee guida societari siano limitati, visto il tipo di linee guida: che sono a valle di ogni considerazione di tipo culturale generale, di indicazioni, di percorsi multidisciplinari, etc. riferendosi solo ad aspetti squisitamente chirurgici come gli step chirurgici e le tecniche da adottare in specifici scenari operatori. In ogni caso, e come suggerito dal Prof. Gerunda, chiedo a tutti di farmi presente ogni linea guida Societaria di cui siano a conoscenza.
In ambito di CD SIC si era anche valutata l’opportunità di informare/coinvolgere le Società di Settore (di cui anche noi tutti facciamo parte). Alla fine è prevalso l’indirizzo di non andare in questa direzione perché si sarebbero innescate una serie di “trattative” senza fine. Inoltre, vi sono Società (come l’Associazione Italiana Studio Pancreas) che pur non essendo chirurgiche si occupano anche di tematiche chirurgiche che in parte si sovrappongono a quelle di altre Società di settore (come AICEP, che è il capitolo Italiano dell’IHPBA). Insomma, uno scenario molto articolato e complesso nel quale non sarebbe stato semplice districarsi. In ultima analisi, trattandosi di linee guida esclusivamente chirurgiche, la Società Italiana di Chirurgia è intitolata a redigerle. Il ruolo delle “specialità” in seno alla chirurgia generale è riconosciuto dalla divisione in organi/apparati e dal coinvolgimento dei Colleghi più autorevoli e più attivi in ogni specifico ambito. Essi potranno portare il loro contributo culturale (anche in termini di conoscenza di linee guida di settore) nei gruppi di lavoro ai quali parteciperanno. In futuro, cioè dopo la prima edizione, se il CD SIC di quel momento lo riterrà opportuno, si potrà più facilmente verificare se le singole Società di settore vorranno aderire ad uno specifico argomento.
Ringrazio anche il Prof. Gerunda per il saggio consiglio.
Ciao
Ugo
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Caro Vittorio,
ringrazio anche te. Certamente le linee guida SIC vedranno il coinvolgimento anche della componente Ospedaliera. Quello che si sta cercando di fare ora è quello di condividere il progetto preliminarmente in ambito di Collegio in accordo con il mandato che i Consiglieri SIC hanno ricevuto al momento della loro candidatura per le iniziative SIC. Poi passeremo alla fase “ufficiale” in cui il progetto sarà condiviso e partecipato anche dai Colleghi Ospedalieri.
Circa lo specifico coinvolgimento dei partecipanti al gruppo della mammella, raccolgo volentieri la tua proposta.
Grazie
Ugo
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Sono pienamente d’accordo sull’utilità del progetto sulle linee guida del prof Boggi. Oltre agli argomenti proposti, inserirei un capitolo sulle indicazioni chirurgiche, per i risvolti medico-legali che spesso comportano (ad esempio se e quando eseguire una resezione colica profilattica x la diverticolite, se e quando operare in elezione una malattia infiammatoria cronica intestinale). Un caro saluti a tutti voi.
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La proposta mi sembra valida e concreta.Dovrebbe essere una specie how I do it corredato da evidenza e da dettagli tecnici.Il round adeguato e la metodologia di consenso deve coinvolgere varie categorie come dettagliato. Tale metodologia è stata adottata dalla SICCR dal 2015 e nella mia presidenza, in pratica abbiamo già revisionato linee guida per le IBD. Concludendo appoggio la proposta e mi candido per le IBD
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Condivido la proposta di formulare linee guida da parte della SIC. Aggiungerei tra gli argomenti selezionati, anche quello delle indicazioni all’intervento chirurgico, che assumono importanza dal punto di vista medico-legale (ad esempio se e quando operare la diverticolite, se e quando operare la malattia infiammatoria cronica intestinale). Grazie. Salvatore Berretta
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Caro Prof. Berretta,
condivido l’estrema importanza delle indicazioni (soprattutto a fini medico-legali) ma affrontare questo argomento nelle linee guida SIC ci porterebbe ad “incrociare” le varie linee guida esistenti e comporterebbe un lavoro molto più ampio ed articolato che ci porterebbe a dover analizzare, una per una le varie indicazioni. Francamente, e come ricordava il Prof. Selvaggi, la nostra intenzione (cioè mia e del CD SIC) era quella di produrre documenti tipo “I do it”e quindi di stampo esclusivamente tecnico e quindi a valle delle indicazioni. In altri termini, stabilito che via una indicazione ad un certo tipo di intervento, come si può (e non come si deve) fare quel tipo di intervento, in quali condizioni organizzative, in quali condizioni logistiche, etc.
Circa le indicazioni, che a me portano sempre a pensare al “numero di procedure” e quindi ai volumi (vedendo sempre dietro l’angolo il rischio che per aumentare i volumi si possano allargare le indicazioni), si potrebbe pensare ad un position statement del Collegio. Anche qui bisognerebbe prestare attenzione alle implicazioni medico-legali ma io credo che almeno le controindicazioni dovrebbero essere rispettate e che i numeri dei centri (cioè i volumi) dovrebbero essere validati per appropriatezza “media” dell’ indicazione . Anche se in sede di contenzioso si affronta sempre un caso singolo, e di quello si deve rispondere, avere una sorta di attestato che quel centro rispetta non solo i volumi ma anche le indicazioni potrebbe costituire un elemento di qualifica del percorso a monte della chirurgia e forse avere un significato difensivo. E’ un argomento complesso ed affascinante.
Grazie del suggerimento.
Ugo Boggi
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Cari colleghi
approvo lo spirito e il metodo dell’iniziativa, che potrebbe dimostrarsi molto interessante da un punto di vista scientifico e permetterebbe alla Società di esercitare il suo ruolo.
Credo che si debba lavorare con grande attenzione per evitare che delle linee guida possano rivelarsi un limite dal punto di vista medico-legale, ma la tutela medico legale non credo debba essere la prima finalità di questa iniziativa, che invece è interessante ed utile in primo luogo dal punto di vista scientifico e clinico.
Sono a disposizione nell’ambito di mio interesse, quello della chirurgia del colon e del retto.
Grazie
Marco Caricato
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Caro Simone,
ottimo suggerimento, inserisco il “capitolo” e ti registro nel gruppo che se ne occuperà.
Caro Marco,
condivido le preoccupazioni medico-legali (ahimè). E’ proprio per questo che dovranno essere linee guida “sagge” (come saggio è il buon chirurgo). Come già detto, credo che ci verrà incontro anche il livello di evidenza basso per molte tematiche. Ti registro nel gruppo colon e nel gruppo retto.
Ciao
Ugo
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Caro Ugo,
la SIUEC condividendole con altre società ha delle sue linee guida sul carcinoma differenziato della tiroide e credo che si potrebbe lavorare congiuntamente per aggiornarle. Tra l’altro le sto rivedendo anche l’AIOM e a questo progetto sto partecipando come rappresentante SICO. Ritienimi pertanto a disposizione per quanto riguarda tiroide e paratiroide
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Caro Boggi,
mi unisco al coro di apprezzamenti per l’iniziativa, ed in modo particolare per la sua strutturazione ed i suoi obiettivi.
Al di là degli aspetti più propriamente tecnici, legati alla pianificazione ed alla strategia degli interventi chirurgici, come hai giustamente sottolineato, uno degli aspetti fondamentali è quello legato ai volumi, con tutte le conseguenze e le implicazioni che ne derivano.
Abbiamo recentemente affrontato questo ultimo aspetto anche a livello di Società Europea di Endocrinochirurgia (ESES), di cui sono membro del CD e Chairman del Board, ed abbiamo redatto dei position statement, peraltro già pubblicati, con una metodologia molto simile.
Sarei, quindi, lieto di poter dare il mio contributo per la chirurgia delle ghiandole endocrine (tiroide, paratiroide e surrene) e, se lo riterrai opportuno, coinvolgere anche alcuni dei colleghi che hanno già contribuito ai position statement europei.
Colgo l’occasione per fare gli auguri di Buona Pasqua a tutti,
Marco
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Caro Ugo, ritengo che il lavoro che stai portando avanti sia di estrema importanza e per questo ti ringrazio e mi complimento. Sono sicuro che chi parteciperà a questo improbo lavoro non trascurerà le possibili ricadute medicolegali di ogni “parola” che verrà scritta e che potrebbe rappresentare un grimaldello in mano ai periti di eventuali controversie legali.
Colgo anch’io l’occasione per porgere auguri di buona Pasqua a tutti voi
Alessandro Cappellani
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Buongiorno e buona Pasqua a tutti,
ovviamente concordo con l’interessantissimo progetto e do la mia disponibilità per la patologia oncologica peritoneale. Questo argomento, certamente emergente sia nella pratica clinica che nella letteratura scientifica, potrebbe essere trattato, se fosse ancora possibile, come capitolo autonomo (tumori peritoneali primitivi e secondari), così come ha già fatto l’AIOM, per le cui linee guida sono stato nominato revisore per il 2021, oppure come argomento trasversale all’interno dei singoli capitoli relativi soprattutto allo stomaco, al colon ed al retto, ma anche relativi a pancreas e vie biliari.
Antonio Macrì
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Caro Ugo,
sai quanto mi sono dedicato e abbia spinto, nei miei anni di presidenza SITO, per lo sviluppo delle linee guida attraverso lo strumento della condivisione di consenso (credo con qualche discreto risultato). Non posso quindi che apprezzare moltissimo e plaudere alla tua iniziativa.
Credo che la decisione di stare “a valle” delle concettualità multidisciplinari sia altrettanto saggia. Stiamo ad esempio ancora discutendo sulle linee guida HCC, dopo 5 anni di lavori, principalmente per problemi di “priorità di disciplina” e non di merito scientifico. Troppi interessi contrastanti. Altre aree come le “lesioni benigne del fegato”, invece, sono vicine ad una conclusione proprio perchè gestibili con minor numero di interazioni (segnatamente assieme solo ad AISF). A disposizione per fornire un report su tutto.
Tra le tante idee che tu e i Colleghi avete messo sul tavolo trovo particolarmente affascinante ed essenziale il tema dei volumi e delle “indicazioni medie” nei centri ad alto volume. Alcune regioni, la mia, ad esempio, chiedono riferimenti scientifici di matrice nazionale per prendere decisioni di organizzazione sanitaria che rischiano di essere fondate, in assenza, su speculazioni arbitrarie di burocrati, non condivise e a volte assolutamente ridicole.
Il rilevantissimo lavoro che la SIC può produrre è quello della identificazione degli ENDPOINTS di RISULTATO CLINICO in area chirurgica (per quanto riguarda il mio interesse personale in area HPB) su cui guidare le considerazioni di risultato nella direzione del VALORE più che del numero e dare quindi strumenti scientifici condivisi agli stakeholders istituzionali per le operazioni di governance.
Se sapremo indicare al sistema come misurare l’utilità e la sostenibilita delle nostre attività chirurgiche, evitando che altri lo facciano per noi, avremo vinto una battaglia cruciale di autodeterminazione della nostra professione e ciò in una fase storica in cui prevediamo non ci saranno risorse se non per l’indispensabile.
Resto a disposizione tua e della SIC per dare una mano in questo ambito o laddove riterrai più opportuno il mio supporto.
Umberto Cillo
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Caro Ugo,
plauso all’iniziativa che stai insieme al Consiglio SIC promuovendo. Le motivazioni sono chiare e già sottolineate dai precedenti commenti.
Se possibile riterrei che al punto 1 dell’analisi “volumi”.. non sarebbe male inserire anche “benchmark minimi di riferimento” , come la mortalità, complicanze, etc… che poi i gruppi elaboreranno
A disposizione, se lo riterrai utile, in particolare per i settori 7 e/o 6 :
6. Chirurgia delle vie biliari
7. Chirurgia del fegato
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Carissimi,
non sono entrato fino ad ora nella discussione sulle linee guida anche per averla già vissuta con alterne fortune durante la mia Presidenza e poi- da past President- in quella di De Paolis . Allora ci si concentrò – insieme alle altre società specialistiche- sull’obiettivo – ancora attuale – di fornire quanto la Legge Gelli richiedeva , quindi con un taglio molto medico legale ( che comunque è ancora attuale , specie in era Covid … ) . Giovanni De Manzoni fu il Consigliere all’uopo delegato e credo abbia ancora le tracce del lavoro svolto nel caso interessi . Sull’aspetto poi della correlazione volumi-outcome , vi invito a rileggere la monografia biennale che ho presentato lo scorso anno e che contiene, nei capitoli dedicati e redatti da molti di voi, gran parte delle informazioni che cercate .
Buon lavoro a tutti
Marco
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Ringrazio tutti per le numerose adesioni, e per l’entusiasmo.
Raccolgo molto volentieri i suggerimenti di Marco. In effetti quando avevo immaginato di includere nelle linee guida una parte su volumi-outcome avevo proprio pensato alla monografia SIC dello scorso anno come punto di partenza. Anche qui, sia per i volumi che per gli outcomes, la “scure” medicolegale è sempre in agguato, ma penso che con grande giudizio e prudenza alcuni concetti dovrebbero essere inseriti.
Invito chi non avesse ancora aderito a questa iniziativa a farlo, se interessato.
Un saluto a tutti
Ugo
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Cari tutti,
mi scuso se non rispondo personalmente ad ognuno di voi. Sto prendendo nota delle vostre proposizioni. Prima di presentarle al CD della SIC manderò su questa chat un riassunto così che possiate verificare di persona nel caso avessi dimenticato qualcuno/qualcosa.
Ringrazio Andrea Mingoli per la disponibilità ma l’iniziativa attuale è rivolta solo alla chirurgia in elezione. Resto in attesa di una eventuale proposta in questo ambito.
Buona domenica a tutti.
Ugo
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Caro Ugo, ottima iniziativa! Volevo, in qualità di Presidente della SIUEC, confermarti che la Societa’ ha gia’ delle linee guida pubblicate e condivise con le altre società scientifiche di interesse sul Carcinoma tiroideo, peraltro anche sulla scorta di quanto approvato a livello ministeriale con il nostro contributo, come segnalato da Rocco Bellantone.
Sono comunque disponibile a partecipare ad un aggiornamento su tiroide e paratiroide.
Grazie
Celestino Pio Lombardi
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Carissimo Ludovico, carissimi Colleghi ed Amici,
ho seguito con molto interesse Ugo Boggi – e mi congratulo con Lui per questa bella iniziativa che certamente saprà portare a compimento con abilità – e gli interventi dei numerosi colleghi che hanno partecipato alla discussione. Vorrei approfittare della pausa che Ugo sta utilizzando per mettere in ordine tutti i suggerimenti ricevuti per proporVi delle riflessioni, che Vi manifesto senza prendere alcuna posizione.
Alla discussione hanno partecipato in netta maggioranza colleghi giunti recentemente all’Ordinariato, molti dei quali (ed è colpa mia) conosco poco, anche perchè a causa del COVID da più di un anno mancano riunioni e congressi “in presenza”. C’è una frattura di pensiero tra i colleghi più anziani (io andrò in pensione tra poco più di un anno) ed i colleghi ordinari più recenti? Sono pochi i colleghi più anziani che si sono proposti per le linee guida di settori ristretti. Perchè? Perchè sono ancora figli della vecchia Chirurgia Generale dei nostri Maestri che facevano tutto (anche chirurgie oggi specialistiche: toracica, urologica, ginecologica) , mentre i colleghi più recenti conducono ormai, ad alto livello, una chirurgia “di settore”?
Ultima riflessione. Tra qualche anno ci sarà ancora questo Collegio che è MED18 (Chirurgia Generale) ? o ci saranno (ed è forse più giusto): chirurgia endocrina, epatobiliopancreatica, colorettale, di parete ? Io non eserciterò più, ma sarà lecito chiamarsi chirurghi “generali” quando invece si passerà la carriera chirurgica a fare “solo un tipo di intervento”?
Attendo con impazienza i Vostri autorevoli commenti.
Cordialmente.
Antonio Di Cataldo
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Caro Professore,
il suo commento è molto importante. Io, anche se ancora relativamente giovane, appartengo (fortunatamente) a coloro che sono stati esposti alla chirurgia generale. Credo che la formazione in chirurgia generale rimanga molto importante. Tuttavia, e solo con l’esperienza, ho capito che la specializzazione in chirurgia generale è inevitabile. Si tratta sostanzialmente di allineare la chirurgia con i miglioramenti della diagnostica e delle terapie mediche. L’insieme di questi fattori ha fatto si che il campo dello scibile chirurgico sia diventato così vasto che praticare chirurgia ad un buon livello richiede una dedizione culturale specifica, prima ancora di una frequente pratica tecnica. Io credo che il Collegio abbia davanti a se ancora molti anni. Non so neppure se mai “scomparirà”. Forse resterà la casa comune di tutti i chirurghi con formazione di tipo generale. Certamente il Collegio dovrà essere partecipe di questo processo, sorvegliarlo, e governarlo. Il fatto che le linee guida SIC per gli interventi chirurgici avranno un largo contributo dal Collegio è un piccolo passo in questa direzione.
Ugo
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Cari Colleghi ed Amici, intervengo tardivamente in questo dibattito perchè stimolato dall’interessante commento del prof Di Cataldo. Pur non essendo anagraficamente del tutto catalogabile come “prossimo alla pensione”, sono ormai passati 23 anni dalla mia introduzione nel ruolo di PO e dunque probabilmente sono assimilabile alla categoria dei “più anziani”. Nel mio caso la ritrosia nel rispondere a questa chiamata alle armi non deriva tanto dal sentiirmi chirurgo generale e dunque non sufficientemente competente in specifiche sottocategorie della chirurgia digestiva, quanto da una certa perplessità rispetto a questa modalità di selezione su base puramente volontaria.
Come molti colleghi hanno segnalato, la Letteratura abbonda di linee guida di ogni tipo e se vogliamo che la proposta attuale del CD SIC abbia successo, credo che sia indispensabile innanzitutto che la composizione del board avvenga su base di parametri oggettivi, tenuto anche conto che immagino sia prevista una componente universitaria ed una ospedaliera. Penso dunque che sia necessario che chi si propone alleghi un estratto del CV specifico per il settore richiesto, inclusivo non solo delle pubblicazioni ma anche della casistica personale e del gruppo. Le candidature ovviamente verrebbero raccolte al di fuori del sito del Collegio. Un piccolo gruppo ( idealmente 3 colleghi) coordinato dal prof Boggi, dal nostro Presidente o da chi riteniamo più adatto, dovrebbe assumersi l’onere della selezione dei suddetti CV. In questo modo ci presenteremmo alla componente ospedaliera forti di una selezione non autoreferenziale e meritocratica.
In fondo non si tratterebbe che dell’applicazione a questa nuova iniziativa, di quanto richiesto dalla Sic per partecipare al congresso annuale. Pratica nobile ma del tutto inutilizzata : quando con Renzo Capussotti organizzai il Congresso Nazionale del 2013 le sollecitazioni furono infinite, ma quelle accompagnate da CV e dati oggettivi si potevano contare sulle dita di una, forse due mani.
Mario
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Cari Colleghi,
ho letto con interesse tutti i commenti e intervengo brevemente sulle tematiche proposte.
La Chirurgia Generale è l’unica disciplina universitaria in cui il settore scientifico-disciplinare, MED 18, il settore concorsuale, 06/C1, il macrosettore, Clinica Chirurgica Generale, coincidono.
La missione del Professore Universitario è didattico-scientifica, la missione del Direttore di Struttura Ospedaliera è assistenziale.
Il Professore Ordinario di Chirurgia Generale deve pubblicare articoli scientifici che dimostrino la validità di tecnologie innovative, di strategie terapeutiche, di indicazioni e tecniche operatorie.
Il Direttore di Struttura Ospedaliera deve trasferire le innovazioni che arrivano dall’Università alla pratica quotidiana.
Per un Professore Ordinario è più importante inventare una tecnologia innovativa che operare 30 gastrectomie all’anno, per un Direttore Ospedaliero è l’inverso.
Nel panorama italiano, mi sembra che su 100 Ordinari, 90 possano essere definiti eccellenti, mentre su 100 Ospedalieri, 10 possano essere definiti eccellenti.
La Chirurgia Generale è una disciplina universitaria culturale e scientifica e non può essere divisa.
Nell’attività assistenziale, è giusto che ciascun Professore Ordinario si specializzi in un solo organo o apparato.
Vito