Carissimo Ludovico,
Carissimi Colleghi,
alla fine di questo mese, avendo raggiunto i limiti di età, è previsto il mio pensionamento e desidero inviarVi un breve saluto.
Sono passati oltre 40 anni di attività chirurgica e per chi li ha vissuti con impegno e partecipazione attiva sono stati anni molto belli. Negli ultimi mesi nella mia mente si sono succedute tante immagini di questo percorso, un flash dietro l’altro, sia appartenenti ai primi anni della mia carriera, sia ad anni più recenti.
Siamo soliti dire che la chirurgia ha subìto numerosi cambiamenti, e tutti pensiamo immediatamente ai rivoluzionari progressi ottenuti con la chirurgia laparoscopica e robotica, con l’uso delle cucitrici meccaniche e delle protesi della parete addominale, ecc. Quello che, invece, a me è sembrato un cambiamento più sconvolgente è stato il passaggio da una chirurgia d’equipe ad una chirurgia “individuale”. Era ben diversa, coinvolgente, direi affascinante, l’atmosfera delle vecchie Scuole di Chirurgia, presenti all’epoca della mia formazione e dei primi anni di lavoro, c’erano il piacere e l’orgoglio della “appartenenza”, il vedere, per esempio, nei Congressi le diverse Scuole, con il loro Maestro, che si contattavano, i giovani allievi che avevano la possibilità di presentarsi e di farsi conoscere. Oggi, ognuno di noi è pressoché solo all’interno della sua Unità Operativa, sia nella propria Azienda Ospedaliera, sia nel mondo congressuale, quando ci si incontra con gli altri Colleghi.
Quando Ludovico, cui va il mio plauso per come ha retto questo Collegio, ha annunciato la prossima Riunione collegiale e sono arrivate man mano le conferme di presenza da parte dei colleghi, mi sono meravigliato di non conoscere molti dei colleghi giunti recentemente all’Ordinariato e mi sono chiesto se fosse dovuto alla pandemia che ha rarefatto gli incontri degli ultimi due anni, alla conseguente mia assenza dalla partecipazione comunitaria o non so a che altro, mentre invece, nel passato, chi arrivava all’Ordinariato era spesso già conosciuto.
Spero di incontrare presto i “nuovi” colleghi per conoscerLi e manifestare Loro la mia personale stima e spero che non si siano risentiti per queste mie “romantiche” riflessioni, frutto di un’intensa partecipazione alla vita chirurgica italiana degli ultimi 40 anni.
Ringrazio i colleghi più grandi per l’amicizia che mi hanno voluto dimostrare e mi auguro di salutarVi tutti personalmente al prossimo Congresso SIC. Auguro a tutti la felice continuazione della loro carriera ed il raggiungimento di traguardi sempre più prestigiosi per la chirurgia universitaria italiana.
Grazie, con affetto.
Antonio Di Cataldo
3 commenti
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Carissimo Antonio,
Ti ringrazio di avere ricordato che esistono le “Scuole” e personalmente appartengo alla Scuola del Prof. Giorgio Di Matteo, Allievo del Prof. Raffaele Paolucci.
La missione della “Scuola” è la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica.
La “Scuola”, di Professori e Ricercatori, deve produrre lavori scientifici e brevetti, mentre la produttività assistenziale è la missione dei Colleghi Ospedalieri.
Nella ricerca scientifica e tecnologica un Professore è in piena attività all’età di 70 anni ed è stata una riforma sbagliata l’abolizione del +2.
L’Italia ha 40 Top Scientists per milione di abitanti, la Cina ne ha soltanto 4 per milione di abitanti.
Nel 2020, con i Presidenti dell’A.N.V.U.R. , ho fondato l’I.S.A, Italian Scientists Association, http://www.isa2020.eu, di cui sono stato eletto Segretario, mentre il Presidente è il sommo Prof. Antonio Felice Uricchio. Presidente Onorario è il Premio Nobèl per la Medicina IGNARRO, Portavoce è il Prof. Matteo Bassetti.
All’I.S.A. possono iscriversi gratuitamente gli Ordinari, anche in quiescenza, che superano le “soglie” da Commissario A.S.N.
La prima conferenza programmatica di I.S.A. si terrà online su Zoom il giorno 11 Novembre p.v. alle ore 11, data e orario che coincidono simbolicamente con la fine della Grande Guerra e con la festa dei papaveri.
All’ O.d.G. : la valutazione della qualità della ricerca, il + 2 a domanda, il titolo di Professore Ordinario.
Ci vedremo con piacere al Congresso S.I.C. e ricambio l’affetto con grande stima ed i migliori Auguri,
Vito
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Caro amico Antonio la vita ha le sue fasi e se si è saggi bisogna adattarsi. Ma ogni fase ha le sue bellezze e le sue gioie che dobbiamo vivere intensamente. Con te non faccio un discorso di scuole ma di amicizia. E’ stata una fortuna averti conosciuto e stimato. Ti ringrazio vivamente per quanto hai fatto per il Capitolo Italiano dell’ACS. Il tuo è stato un lavoro davvero magnifico. Nulla finisce davvero. Tu sei e rimani un grande chirurgo e uno splendido professore; un esempio importante per chi ama la chirurgia accademica.